#SelfieadArte

The Secretary (Paola Pivi, I am Tired of Eating Fish)
04 Apr

The Secretary (Paola Pivi, I am Tired of Eating Fish)

In occasione della Art Week milanese e del Salone Internazionale del Mobile, la Rinascente presenta “I am tired of eating fish”, un progetto site specific di Paola Pivi, a cura di Cloe Piccoli, appositamente ideato e prodotto per le vetrine dello store di Milano. Le opere saranno esposte fino al 9 aprile.
L’artista ridisegna le otto vetrine affacciate su piazza Duomo invitando a entrare nel suo universo, un mondo surreale, governato dalle leggi dell’assurdo, un sogno ad occhi aperti, dove tutto è possibile.

Il progetto nasce all’interno di una cornice e una strategia proprie del marchio. Dal 1920 il department store milanese presta una grande attenzione alla cultura, richiamando negli anni ’50 art director come Bruno Munari, dando vita nel 1954 al famoso concorso Compasso d’Oro, insieme a Giò Ponti, o ancora producendo negli stessi anni allestimenti per la Triennale. Di recente è nato il progetto per le vetrine, affidate ad artisti come Olafur Eliasson, Martino Gamper e nel 2016 John Armleder, sempre sotto la curatela di Cloe Piccoli.

Selfie delle mie brame, chi è la più bella in mezzo al rame? (Elena Damiani, Blind [After Bertoia])
03 Apr

Selfie delle mie brame, chi è la più bella in mezzo al rame? (Elena Damiani, Blind [After Bertoia])

La ventiduesima edizione di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, dopo il crescente successo delle ultime edizioni, con la nuova direzione artistica di Alessandro Rabottini annuncia un nuovo team di professionisti, nuovi membri del comitato di selezione e un progetto che ne conferma il ruolo di fiera leader in Italia pienamente inserita nel panorama internazionale.

Negli ultimi anni miart si è imposta come una piattaforma internazionale dove arte moderna, arte contemporanea e design d’autore dialogano incessantemente in un fertile connubio di valori consolidati e sperimentazione. Anche per l’edizione 2017 miart si conferma punto di riferimento di qualità per collezionisti, professionisti e amanti dell’arte da tutto il mondo, che possono vivere il sempre più vitale panorama milanese dell’arte contemporanea grazie all’intenso programma fieristico e alle ormai consolidate collaborazioni e al sostegno delle principali istituzioni culturali di Milano, come PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Palazzo Reale, Museo del Novecento, GAM –Villa Reale, Triennale di Milano, Fondazione Prada, Fondazione Nicola Trussardi, Fondazione Carriero, HangarBicocca e le sue tante Case Museo.

 

Elena Damiani, Blind (After Bertoia) - 2016

Convergenze e parallele (Daniel Buren, Le Carrè Eclatè)
03 Apr

Convergenze e parallele (Daniel Buren, Le Carrè Eclatè)

La ventiduesima edizione di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, dopo il crescente successo delle ultime edizioni, con la nuova direzione artistica di Alessandro Rabottini annuncia un nuovo team di professionisti, nuovi membri del comitato di selezione e un progetto che ne conferma il ruolo di fiera leader in Italia pienamente inserita nel panorama internazionale.

Negli ultimi anni miart si è imposta come una piattaforma internazionale dove arte moderna, arte contemporanea e design d’autore dialogano incessantemente in un fertile connubio di valori consolidati e sperimentazione. Anche per l’edizione 2017 miart si conferma punto di riferimento di qualità per collezionisti, professionisti e amanti dell’arte da tutto il mondo, che possono vivere il sempre più vitale panorama milanese dell’arte contemporanea grazie all’intenso programma fieristico e alle ormai consolidate collaborazioni e al sostegno delle principali istituzioni culturali di Milano, come PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Palazzo Reale, Museo del Novecento, GAM –Villa Reale, Triennale di Milano, Fondazione Prada, Fondazione Nicola Trussardi, Fondazione Carriero, HangarBicocca e le sue tante Case Museo.

 

Daniel Buren, Le Carrè Eclatè

White Lines: visions, dreams of passion (Walter Leblanc, Twisted Strings)
03 Apr

White Lines: visions, dreams of passion (Walter Leblanc, Twisted Strings)

La ventiduesima edizione di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, dopo il crescente successo delle ultime edizioni, con la nuova direzione artistica di Alessandro Rabottini annuncia un nuovo team di professionisti, nuovi membri del comitato di selezione e un progetto che ne conferma il ruolo di fiera leader in Italia pienamente inserita nel panorama internazionale.

Negli ultimi anni miart si è imposta come una piattaforma internazionale dove arte moderna, arte contemporanea e design d’autore dialogano incessantemente in un fertile connubio di valori consolidati e sperimentazione. Anche per l’edizione 2017 miart si conferma punto di riferimento di qualità per collezionisti, professionisti e amanti dell’arte da tutto il mondo, che possono vivere il sempre più vitale panorama milanese dell’arte contemporanea grazie all’intenso programma fieristico e alle ormai consolidate collaborazioni e al sostegno delle principali istituzioni culturali di Milano, come PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Palazzo Reale, Museo del Novecento, GAM –Villa Reale, Triennale di Milano, Fondazione Prada, Fondazione Nicola Trussardi, Fondazione Carriero, HangarBicocca e le sue tante Case Museo.

 

Walter Leblanc, Twisted Strings (1976-77)

Belle & Sebastien (Giovanni Santi, Martirio di San Sebastiano)
30 Mar

Belle & Sebastien (Giovanni Santi, Martirio di San Sebastiano)

Alla vigilia dell’uscita nei cinema il 3, 4 e 5 aprile di Raffaello: Il Principe delle Arti in 3D, il film d’arte prodotto da Sky in collaborazione con i Musei Vaticani e Magnitudo Film e distribuito da Nexo Digital, il conduttore televisivo Giovanni Muciaccia ha intrapreso un vero e proprio tour Sulle tracce di Raffaello.

Attraverso l’Italia, da Milano a Urbino, da Firenze a Roma, indagando tra leggende, colori e ossessioni che hanno formato il carattere e stile di Raffaello Sanzio, interpellando studiosi, appassionati e ammiratori dell’artista di Urbino, partendo dai quadri più celebri per poi entrare nella sua dimensione più personale e contemporanea. Un viaggio, una ricerca che porta alla luce manie, ambizioni e i lati più nascosti e umani dell’artista rispetto alla visione tramandata nei secoli dai manuali di Storia dell’Arte.

“#vorreicapireperché”: uno stimolo più che una domanda quella che ha spinto Giovanni Mucciaccia a ripercorrere i luoghi dell’Italia che hanno visto protagonista Raffaello Sanzio.

A Urbino abbiamo visitato con il presentatore la casa di Raffaello. Dimora costruita nel XV secolo che venne acquistata nel 1460 dal padre di Raffaello, Giovanni Santi. Oggi casa-museo dedicata all’artista urbinate.

 

Martirio di San Sebastiano (Giovanni Santi)
Una delle tante opere custodite nella dimora che venne acquistata nel 1460 dal padre di Raffaello, Giovanni Santi (1435 – 1494) umanista, poeta e pittore alla corte di Federico da Montefeltro. Qui Raffaello nacque il 28 marzo 1483 e trascorse gli anni della sua formazione giovanile presso la bottega paterna. L’edificio venne acquistato nel 1635 dall’architetto urbinate Muzio Oddi e parzialmente ristrutturato. Nel 1873 la casa diventa sede dall’Accademia Raffaello che contribuì al recupero della struttura. Oggi la struttura è una casa-museo dedicata all’artista urbinate.

Selfieadartattack! (Raffaello, Autoritratto)
30 Mar

Selfieadartattack! (Raffaello, Autoritratto)

Alla vigilia dell’uscita nei cinema il 3, 4 e 5 aprile di Raffaello: Il Principe delle Arti in 3D, il film d’arte prodotto da Sky in collaborazione con i Musei Vaticani e Magnitudo Film e distribuito da Nexo Digital, il conduttore televisivo Giovanni Muciaccia ha intrapreso un vero e proprio tour Sulle tracce di Raffaello.

Attraverso l’Italia, da Milano a Urbino, da Firenze a Roma, indagando tra leggende, colori e ossessioni che hanno formato il carattere e stile di Raffaello Sanzio, interpellando studiosi, appassionati e ammiratori dell’artista di Urbino, partendo dai quadri più celebri per poi entrare nella sua dimensione più personale e contemporanea. Un viaggio, una ricerca che porta alla luce manie, ambizioni e i lati più nascosti e umani dell’artista rispetto alla visione tramandata nei secoli dai manuali di Storia dell’Arte.

“#vorreicapireperché”: uno stimolo più che una domanda quella che ha spinto Giovanni Mucciaccia a ripercorrere i luoghi dell’Italia che hanno visto protagonista Raffaello Sanzio.

A Urbino abbiamo visitato con il presentatore la casa di Raffaello. Dimora costruita nel XV secolo che venne acquistata nel 1460 dal padre di Raffaello, Giovanni Santi. Oggi casa-museo dedicata all’artista urbinate.

 

Autoritratto di Raffaello
L’opera ha spesso sollevato dubbi sull’autografia, anche per il cattivo stato di conservazione. Oggi la paternità raffaellesca è in genere accettata. Alcuni la datano al pieno soggiorno fiorentino a circa 23 anni, altri a un periodo più avanzato, come copia autografa o parzialmente autografa dell’autoritratto visibile nella Scuola di Atene in Vaticano. Il dipinto è comunque entrato nell’immaginario collettivo: venne riprodotto anche nelle banconote italiane da 500.000 lire.

Il principio delle arti (Raffaello, Madonna col bambino)
30 Mar

Il principio delle arti (Raffaello, Madonna col bambino)

Alla vigilia dell’uscita nei cinema il 3, 4 e 5 aprile di Raffaello: Il Principe delle Arti in 3D, il film d’arte prodotto da Sky in collaborazione con i Musei Vaticani e Magnitudo Film e distribuito da Nexo Digital, il conduttore televisivo Giovanni Muciaccia ha intrapreso un vero e proprio tour Sulle tracce di Raffaello.

Attraverso l’Italia, da Milano a Urbino, da Firenze a Roma, indagando tra leggende, colori e ossessioni che hanno formato il carattere e stile di Raffaello Sanzio, interpellando studiosi, appassionati e ammiratori dell’artista di Urbino, partendo dai quadri più celebri per poi entrare nella sua dimensione più personale e contemporanea. Un viaggio, una ricerca che porta alla luce manie, ambizioni e i lati più nascosti e umani dell’artista rispetto alla visione tramandata nei secoli dai manuali di Storia dell’Arte.

“#vorreicapireperché”: uno stimolo più che una domanda quella che ha spinto Giovanni Mucciaccia a ripercorrere i luoghi dell’Italia che hanno visto protagonista Raffaello Sanzio.

A Urbino abbiamo visitato con il presentatore la casa di Raffaello. Dimora costruita nel XV secolo che venne acquistata nel 1460 dal padre di Raffaello, Giovanni Santi. Oggi casa-museo dedicata all’artista urbinate.

 

Madonna col bambino (Raffaello)
La critica antica vuole l’affresco di mani di Giovanni Santi (padre di Raffaello) il quae avrebbe voluto ritrarvi la moglie con in braccio Raffaello. Tale ipotesi, per quanto suggestiva è stata tuttavia smetita da non pochi studiosi che hanno invece riconosciuto l’affresco come il primo esperimento del fanciullo geniale. L’opera costituisce una sorta di saggio precoce del talento di Raffaello e trova riscontro nel confronto con le prime opere e soprattutto con il suo modo di intendere la luce, nella cui rappresentazione l’artista ha raggiunto presto livelli qualitativi che suo padre, pur essendo valentissimo pittore, non riuscì mai a conseguire.

Musa gialla (Zhang Hongmai, Colorful Life)
12 Mar

Musa gialla (Zhang Hongmai, Colorful Life)

MIA Photo Fair, la fiera dedicata alla fotografia d’arte, ideata e diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castelli, uno degli appuntamenti più attesi della stagione espositiva milanese giunta alla sua settima edizione in programma dal 10 al 13 marzo 2017 a The Mall, nel quartiere di Porta Nuova a Milano, riconferma la sua vocazione internazionale e la volontà di offrire un programma culturale di grande qualità.Dopo il successo dell’edizione 2016, che ha visto oltre 24.000 visitatori, MIA Photo Fair anche quest’anno si presenta con il suo format consolidato: da un lato, le gallerie, cui viene lasciata la possibilità di proporre collettive o progetti monografici; dall’altro, Proposta MIA, ovvero una selezione di fotografi che espongono il proprio lavoro individualmente. 130 gli espositori, di cui 80 le gallerie partecipanti, provenienti da 13 nazioni, cui si aggiungerà Proposta MIA e un’area dedicata all’editoria. Molte sono le novità della VII edizione di MIA Photo Fair. Per la prima volta, si porteranno all’attenzione del pubblico tre progetti tematici legati ad altrettante aree geografiche: il Focus Brasile, a cura di Denise Gadelha, il Focus Asturie, a cura di Monica Alvarez Careaga, e il Focus Ungheriaa cura di Art Photo Budapest.Verrà inoltre riservato un particolare interesse per la performance, con la partecipazione di Flux Laboratory, uno spazio sperimentale multidisciplinare con sede a Ginevra, Zurigo e Atene, che incoraggia il lavoro creativo e performativo attraverso incontri con il mondo della danza, dell’arte, della filosofia, della musica e della tecnologia.

 

Zhang Hongmai “Colorful Life” (2017). MADEINARTGALLERY, Milano.
Il percorso artistico di Zhang Hongmai si inserisce all’interno delle ricerche in atto nell’arte contemporanea cinese, di una via che, da un lato percorre la tradizione e dall’altro indica nuove prospettive. Appartenente alla generazione di artisti post Mao, cioè nati quando la grande ubriacatura della rivoluzione era ormai già storia, l’artista ha cercato di recuperare le fonti della millenaria cultura cinese, trasformandola in un linguaggio attuale, fortemente contemporaneo nell’uso dei materiali e delle tematiche. Zhang Hongmai parte sempre da un dato storico, usando immagini e oggetti recuperati su cui lei interviene con inserimenti di colore, a volte usando tessuti che poi ridefiniscono gli oggetti prescelti. Con questi interventi sfiora la pittura ad inchistro, la calligafria, la pratica delle carte ritagliate ed anche il teatro delle ombre cinesi. Lartista da’ così alle pratiche tradizionali dell’arte cinese una nuova vitalità, un impulso del tutto particolare e personale e di cui, ad oggi, non c’è traccia nel percorso dell’arte in Cina. Questo ne fa un caso isolato, rendendola una delle personalità più interessanti nel panorama artistico di oggi. Collocabile tra i capisculola della nuova pittura cinese, passa dalla pittura, alla scultura, dalla fotografia alle installazioni e alle performance con incredibile facilità mantenendo sempre molto alta la qualità del suo lavoro.

Gratta e evinci (Karina Machado, Coincidentes)
12 Mar

Gratta e evinci (Karina Machado, Coincidentes)

MIA Photo Fair, la fiera dedicata alla fotografia d’arte, ideata e diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castelli, uno degli appuntamenti più attesi della stagione espositiva milanese giunta alla sua settima edizione in programma dal 10 al 13 marzo 2017 a The Mall, nel quartiere di Porta Nuova a Milano, riconferma la sua vocazione internazionale e la volontà di offrire un programma culturale di grande qualità.Dopo il successo dell’edizione 2016, che ha visto oltre 24.000 visitatori, MIA Photo Fair anche quest’anno si presenta con il suo format consolidato: da un lato, le gallerie, cui viene lasciata la possibilità di proporre collettive o progetti monografici; dall’altro, Proposta MIA, ovvero una selezione di fotografi che espongono il proprio lavoro individualmente. 130 gli espositori, di cui 80 le gallerie partecipanti, provenienti da 13 nazioni, cui si aggiungerà Proposta MIA e un’area dedicata all’editoria. Molte sono le novità della VII edizione di MIA Photo Fair. Per la prima volta, si porteranno all’attenzione del pubblico tre progetti tematici legati ad altrettante aree geografiche: il Focus Brasile, a cura di Denise Gadelha, il Focus Asturie, a cura di Monica Alvarez Careaga, e il Focus Ungheriaa cura di Art Photo Budapest.Verrà inoltre riservato un particolare interesse per la performance, con la partecipazione di Flux Laboratory, uno spazio sperimentale multidisciplinare con sede a Ginevra, Zurigo e Atene, che incoraggia il lavoro creativo e performativo attraverso incontri con il mondo della danza, dell’arte, della filosofia, della musica e della tecnologia.

 

Karina Machado “Coincidentes” (2017), Focus Brasile.
Le riserve naturali del Sudest, tra gli stati di San Paolo e del Paranà, sono state dichiarate patrimonio Naturale dell’Umanità, perchè comprendono la più grande area rimasta di Mata Atlantica del Brasile. Il progetto artistico “Coincidentes” nasce ai confini di quest’oasi ambientale, nei pressi della foce del fiume Ribeira de Iguape, regione considerata una delle cinque maggiori riserve marine del pianeta. L’insieme dei dettagli, i più piccoli e i meno evidenti, della flora di questo tesoro nazionale, compone una serie di immagini che vengono presentate al pubblico coperte da uno strato di inchiostro argentato rimovibile, come quel gioco di fortuna in cui bisogna raschiare per scoprire il premio.
Ciò che è esposto è nascosto. È suggestivo che le immagini, così come la vita della foresta, si mantengano celate, inaccessibili. Allo stesso tempo lo spettatore è stimolato a scoprire e ad accedere a un probabile tesoro; sarà una scelta individuale quella di svelare (oppure no) le immagini.

Gambaradan (Liu Bolin, Hiding in the City N.2 Civilian and Policeman)
12 Mar

Gambaradan (Liu Bolin, Hiding in the City N.2 Civilian and Policeman)

MIA Photo Fair, la fiera dedicata alla fotografia d’arte, ideata e diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castelli, uno degli appuntamenti più attesi della stagione espositiva milanese giunta alla sua settima edizione in programma dal 10 al 13 marzo 2017 a The Mall, nel quartiere di Porta Nuova a Milano, riconferma la sua vocazione internazionale e la volontà di offrire un programma culturale di grande qualità.Dopo il successo dell’edizione 2016, che ha visto oltre 24.000 visitatori, MIA Photo Fair anche quest’anno si presenta con il suo format consolidato: da un lato, le gallerie, cui viene lasciata la possibilità di proporre collettive o progetti monografici; dall’altro, Proposta MIA, ovvero una selezione di fotografi che espongono il proprio lavoro individualmente. 130 gli espositori, di cui 80 le gallerie partecipanti, provenienti da 13 nazioni, cui si aggiungerà Proposta MIA e un’area dedicata all’editoria. Molte sono le novità della VII edizione di MIA Photo Fair. Per la prima volta, si porteranno all’attenzione del pubblico tre progetti tematici legati ad altrettante aree geografiche: il Focus Brasile, a cura di Denise Gadelha, il Focus Asturie, a cura di Monica Alvarez Careaga, e il Focus Ungheriaa cura di Art Photo Budapest.Verrà inoltre riservato un particolare interesse per la performance, con la partecipazione di Flux Laboratory, uno spazio sperimentale multidisciplinare con sede a Ginevra, Zurigo e Atene, che incoraggia il lavoro creativo e performativo attraverso incontri con il mondo della danza, dell’arte, della filosofia, della musica e della tecnologia.

 

Liu Bolin “Hiding in the City N.2 Civilian and Policeman” (2006). Boxart Gallery, Verona.
Opera ormai iconica, pubblicata sul catalogo della prima personale dell’artista nel nostro paese nel 2008 dal titolo “Hide and Seek”, a cura di Francesca Tarocco.
L’artista mimetizza se stesso (facendosi dipingere come di consueto da alcuni assistenti) mentre siede davanti a un poliziotto che gli occlude gli occhi con due mani. Ciò rappresenta il potere esercitato dalla propaganda per manipolare la visione dell’uomo comune cinese e oscurare ciò che vedono gli artisti, attraverso l’arma della censura.
Esistono anche alcune sculture degli stessi anni, dal titolo “Red Hand” in cui una fila indiana di uomini in divisa si copre gli occhi a vicenda con lo stesso gesto.
L’opera è stata inserita nel 2015 in una mostra curata da Paola Marini e Beatrice Benedetti a Castelvecchio, Verona, dal titolo “Le meraviglie del 2000″ in cui artisti contemporanei asiatici venivano abbinati al genius loci scaligero. Nel caso specifico l’accoppiata era con un ritratto di Girolamo Savonarola del Moretto.
Liu Bolin è conosciuto soprattutto per la sua serie di foto di performance Hiding in the City in cui tocca i temi universali del rapporto uomo-natura e tra pensiero e potere politico. La ricerca in questo solco è iniziata nel 2006 nel Suojia Village di Pechino, smantellato nel novembre di quell’anno dalle autorità, e non si è ancora arrestata. Dalla sua prima personale a Pechino nel 1998, il lavoro di Liu Bolin ha ricevuto riconoscimenti internazionali.