Uuh (Alexander Calder, Snow Flurry)
Fino al 3 aprile 2016, la Tate Modern Gallery di Londra ospita la mostra “Alexander Calder: Performing sculpture“. Si tratta della più grande retrospettiva mai dedicata nel Regno Unito allo scultore americano, pioniere della scultura cinetica, che “inventò” negli anni trenta realizzando i suoi primi “mobile” (termine creato ad hoc da Marchel Duchamp in persona), ovvero strutture mobili – appunto – e dinamiche, costruite tramite l’assemblaggio di parti in metallo e fili.
Questo portò a una trasformazione radicale del concetto di scultura, che da oggetto tridimensionale diveniva quadrimensionale – grazie all’aggiunta della dimensione del tempo, dovuta al movimento – e che in seguito assunse anche ulteriori dimensioni con la possibilità di interazione (tramite le mani, dispositivi elettrici, correnti d’aria o anche il solo respiro umano) o di generare suoni.
Oltre ai mobile, che a suo tempo affascinarono anche Einstein – che una volta rimase a fissarne uno per quasi un’ora -, la mostra propone anche alcuni progetti che testimoniano le sperimentazioni di Calder in altri campi, quali cinema, teatro, musica e danza.
Alexander Calder, Snow Flurry, 1948