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La mostra personale dedicata al lavoro di Arman, promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo in collaborazione con Marisa Del Re, la Arman Marital Trust, Corice Arman Trustee e con il supporto tecnico di Civita, sarà a Palazzo Cipolla a Roma fino al 23 luglio 2017.

“Arman 1954-2005”, a cura di Germano Celant, consiste in un’ampia retrospettiva sul lavoro dell’artista francese naturalizzato americano, dove sono esposte circa settanta opere dagli esordi negli anni cinquanta ai primi anni del duemila.
Le opere di Arman tornano in Italia dopo più di quindici anni dall’ultima antologica a lui dedicata, arricchite della presenza dei più recenti lavori monumentali, a mostrare l’ironia del suo muoversi nella contemporaneità, con lo straordinario eclettismo nell’uso di diversi media e la curiosità sempre rinnovata per le differenti sperimentazioni artistiche. Arman si muove come un “archeologo del futuro” o un testimone delle diverse epoche che ha attraversato.

Afferma il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo: “Sono davvero lieto di ospitare a Palazzo Cipolla questa retrospettiva di Arman, a distanza di ben tre lustri dall’ultima esposizione a lui dedicata nel nostro Paese. Ho avuto modo di conoscere personalmente l’artista attraverso l’amico gallerista Giorgio Marconi durante gli anni della mia gioventù a Milano, quegli indimenticabili anni Sessanta in cui la città era un grande laboratorio, e la vitalità di una società in rapida evoluzione economica e culturale trovava la propria espressione in una scena artistica dinamica e internazionale. Arman fu un autorevole esponente di quel Nouveau Réalisme che – come per il New Dada e la Pop Art – ha fatto un uso assiduo del recupero dell’oggetto, anche del più dozzinale o di quello ridotto ormai ad un rifiuto, con intenti compositivi stupefacenti, spesso ironici ed a volte anche giocosi.”.

 

Arman - Le Bouclier de La Gorgogne, 1962

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La mostra personale dedicata al lavoro di Arman, promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo in collaborazione con Marisa Del Re, la Arman Marital Trust, Corice Arman Trustee e con il supporto tecnico di Civita, sarà a Palazzo Cipolla a Roma fino al 23 luglio 2017.

“Arman 1954-2005”, a cura di Germano Celant, consiste in un’ampia retrospettiva sul lavoro dell’artista francese naturalizzato americano, dove sono esposte circa settanta opere dagli esordi negli anni cinquanta ai primi anni del duemila.
Le opere di Arman tornano in Italia dopo più di quindici anni dall’ultima antologica a lui dedicata, arricchite della presenza dei più recenti lavori monumentali, a mostrare l’ironia del suo muoversi nella contemporaneità, con lo straordinario eclettismo nell’uso di diversi media e la curiosità sempre rinnovata per le differenti sperimentazioni artistiche. Arman si muove come un “archeologo del futuro” o un testimone delle diverse epoche che ha attraversato.

Afferma il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo: “Sono davvero lieto di ospitare a Palazzo Cipolla questa retrospettiva di Arman, a distanza di ben tre lustri dall’ultima esposizione a lui dedicata nel nostro Paese. Ho avuto modo di conoscere personalmente l’artista attraverso l’amico gallerista Giorgio Marconi durante gli anni della mia gioventù a Milano, quegli indimenticabili anni Sessanta in cui la città era un grande laboratorio, e la vitalità di una società in rapida evoluzione economica e culturale trovava la propria espressione in una scena artistica dinamica e internazionale. Arman fu un autorevole esponente di quel Nouveau Réalisme che – come per il New Dada e la Pop Art – ha fatto un uso assiduo del recupero dell’oggetto, anche del più dozzinale o di quello ridotto ormai ad un rifiuto, con intenti compositivi stupefacenti, spesso ironici ed a volte anche giocosi.”.

 

Arman - senza titolo, 1954-2005

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Trentilatori (Arman - Summertime)

Mercoledì, 21 Giugno 2017

La mostra personale dedicata al lavoro di Arman, promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo in collaborazione con Marisa Del Re, la Arman Marital Trust, Corice Arman Trustee e con il supporto tecnico di Civita, sarà a Palazzo Cipolla a Roma fino al 23 luglio 2017.

“Arman 1954-2005”, a cura di Germano Celant, consiste in un’ampia retrospettiva sul lavoro dell’artista francese naturalizzato americano, dove sono esposte circa settanta opere dagli esordi negli anni cinquanta ai primi anni del duemila.
Le opere di Arman tornano in Italia dopo più di quindici anni dall’ultima antologica a lui dedicata, arricchite della presenza dei più recenti lavori monumentali, a mostrare l’ironia del suo muoversi nella contemporaneità, con lo straordinario eclettismo nell’uso di diversi media e la curiosità sempre rinnovata per le differenti sperimentazioni artistiche. Arman si muove come un “archeologo del futuro” o un testimone delle diverse epoche che ha attraversato.

Afferma il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo: “Sono davvero lieto di ospitare a Palazzo Cipolla questa retrospettiva di Arman, a distanza di ben tre lustri dall’ultima esposizione a lui dedicata nel nostro Paese. Ho avuto modo di conoscere personalmente l’artista attraverso l’amico gallerista Giorgio Marconi durante gli anni della mia gioventù a Milano, quegli indimenticabili anni Sessanta in cui la città era un grande laboratorio, e la vitalità di una società in rapida evoluzione economica e culturale trovava la propria espressione in una scena artistica dinamica e internazionale. Arman fu un autorevole esponente di quel Nouveau Réalisme che – come per il New Dada e la Pop Art – ha fatto un uso assiduo del recupero dell’oggetto, anche del più dozzinale o di quello ridotto ormai ad un rifiuto, con intenti compositivi stupefacenti, spesso ironici ed a volte anche giocosi.”.

 

Arman - Summertime, 1992

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Organizzata in collaborazione con la Menil Collection, Houston, la retrospettiva William N. Copley è curata per l’edizione italiana da Germano Celant e ripercorre l’intera carriera dell’artista americano che, dalla fine degli anni ’40 a Los Angeles, si sviluppa a Parigi per poi consolidarsi tra Europa e Stati Uniti.

Alla Fondazione Prada William N. Copley, fortemente ampliata rispetto a Houston, si distingue per la ricchezza e l’aspetto inedito dei materiali. Include più di 150 lavori realizzati da Copley dal 1948 al 1995 e provenienti da musei e collezioni internazionali, costituendo la più grande retrospettiva dedicata finora al pittore americano.
Per la prima volta il pubblico italiano ha inoltre la possibilità di ammirare un nucleo di capolavori di Max Ernst, René Magritte, Man Ray e Jean Tinguely, un tempo parte della raccolta personale di Copley, e ora conservati alla Menil Collection.

A Milano William N. Copley si sviluppa nei due livelli del Podium. Nel primo piano una selezione di lavori significativi dell’artista in dialogo con le opere surrealiste provenienti dalla sua collezione, permette di ricostruire il suo lungo e complesso percorso biografico e intellettuale condiviso, tra gli altri, con Marcel Duchamp, Ernst, Magritte e Man Ray. Tale sezione è completata da un’imponente raccolta in parte inedita di pubblicazioni, fotografie, cataloghi e materiali d’archivio resa disponibile dall’Estate di William N. Copley a New York. Al piano terra il visitatore accede a una struttura costituita da 8 ambienti, ognuno dedicato a un soggetto o un aspetto specifico della produzione di Copley.

 

William N. Copley - Specchi sagomati, New York (1978)

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Organizzata in collaborazione con la Menil Collection, Houston, la retrospettiva William N. Copley è curata per l’edizione italiana da Germano Celant e ripercorre l’intera carriera dell’artista americano che, dalla fine degli anni ’40 a Los Angeles, si sviluppa a Parigi per poi consolidarsi tra Europa e Stati Uniti.

Alla Fondazione Prada William N. Copley, fortemente ampliata rispetto a Houston, si distingue per la ricchezza e l’aspetto inedito dei materiali. Include più di 150 lavori realizzati da Copley dal 1948 al 1995 e provenienti da musei e collezioni internazionali, costituendo la più grande retrospettiva dedicata finora al pittore americano.
Per la prima volta il pubblico italiano ha inoltre la possibilità di ammirare un nucleo di capolavori di Max Ernst, René Magritte, Man Ray e Jean Tinguely, un tempo parte della raccolta personale di Copley, e ora conservati alla Menil Collection.

A Milano William N. Copley si sviluppa nei due livelli del Podium. Nel primo piano una selezione di lavori significativi dell’artista in dialogo con le opere surrealiste provenienti dalla sua collezione, permette di ricostruire il suo lungo e complesso percorso biografico e intellettuale condiviso, tra gli altri, con Marcel Duchamp, Ernst, Magritte e Man Ray. Tale sezione è completata da un’imponente raccolta in parte inedita di pubblicazioni, fotografie, cataloghi e materiali d’archivio resa disponibile dall’Estate di William N. Copley a New York. Al piano terra il visitatore accede a una struttura costituita da 8 ambienti, ognuno dedicato a un soggetto o un aspetto specifico della produzione di Copley.

 

William N. Copley - Feel Like A Hundred Bucks (1986)

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Organizzata in collaborazione con la Menil Collection, Houston, la retrospettiva William N. Copley è curata per l’edizione italiana da Germano Celant e ripercorre l’intera carriera dell’artista americano che, dalla fine degli anni ’40 a Los Angeles, si sviluppa a Parigi per poi consolidarsi tra Europa e Stati Uniti.

Alla Fondazione Prada William N. Copley, fortemente ampliata rispetto a Houston, si distingue per la ricchezza e l’aspetto inedito dei materiali. Include più di 150 lavori realizzati da Copley dal 1948 al 1995 e provenienti da musei e collezioni internazionali, costituendo la più grande retrospettiva dedicata finora al pittore americano.
Per la prima volta il pubblico italiano ha inoltre la possibilità di ammirare un nucleo di capolavori di Max Ernst, René Magritte, Man Ray e Jean Tinguely, un tempo parte della raccolta personale di Copley, e ora conservati alla Menil Collection.

A Milano William N. Copley si sviluppa nei due livelli del Podium. Nel primo piano una selezione di lavori significativi dell’artista in dialogo con le opere surrealiste provenienti dalla sua collezione, permette di ricostruire il suo lungo e complesso percorso biografico e intellettuale condiviso, tra gli altri, con Marcel Duchamp, Ernst, Magritte e Man Ray. Tale sezione è completata da un’imponente raccolta in parte inedita di pubblicazioni, fotografie, cataloghi e materiali d’archivio resa disponibile dall’Estate di William N. Copley a New York. Al piano terra il visitatore accede a una struttura costituita da 8 ambienti, ognuno dedicato a un soggetto o un aspetto specifico della produzione di Copley.

 

William N. Copley - Paravento (1958/1982)

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