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Hot: una mostra a luci rosse
27 Mag

Hot: una mostra a luci rosse

Luca Beatrice è uno che la sa lunga. Molto deriva ovviamente dal suo acume, ma ciò è in gran parte dovuto al fatto che lui – caso raro tra i critici e i curatori di arte – ha competenze vere anche in campi che esulano da quello canonico dell’arte figurativa. È Presidente del circolo dei lettori di Torino, scrive su Rumore… per questo, si ritrova sovente a esplorare le “contaminazioni” tra l’arte in senso stretto e la letteratura, la musica e anche il cinema. Più in generale, il suo lavoro spesso si occupa dell’arte nel contesto della società dello spettacolo e in relazione con la stessa.

Per dirla ulteriormente come Debord, l’arte – immobile, sacra e monolitica – da sola ostacola la comunicazione; i nuovi media, al contrario, fanno sì che le immagini diventino l’anima della società e dei rapporti tra le persone. Per questo motivo, sempre più, l’arte è interessante e attuale quando valica i suoi confini contaminandosi con la società.

Lady Tarin - Ludovica, 2010 - stampa giclèe, cm. 20 x 30

E il concetto appena premesso accompagnava costantemente i miei pensieri, il mese scorso, mentre leggevo il nuovo libro di Beatrice, “Sex” (Rizzoli). Libro che parla della presenza del sesso esplicito nell’arte moderna e contemporanea, e che (sin dal sottotitolo che indica un percorso “… da Courbet a Youporn”) ci porta dalle arti figurative a discorsi sul sesso in musica, cinema, perfino pornografia senza che ci si renda conto che di fatto non stiamo parlando di arte. Ma qui l’ho detto e qui lo nego, ne stiamo parlando eccome. E il concetto del libro trova una sua visualizzazione nella mostra “HOT”, a cura di Luca Beatrice in collaborazione con Benedetta de Magistris.

Nel’introduzione al catalogo della mostra, Beatrice cita i Cure dal loro album “Pornography”: “But it’s too late”, dice. Mi riallaccio a questo, citando le parole del leader della band, Robert Smith, che discutendo sulla genesi del titolo del disco, disse saggiamente tra le altre cose:

Non è il soggetto che è pornografico ma l’interpretazione che ne dai.

È proprio così. Come dice sempre Beatrice, la differenza sta nel contesto. Oltre che, ovviamente, nell’osservatore. I concetti di “osceno” e di “scandaloso” hanno senso solo da quando l’erotismo (o la pornografia?), in arte o meno, iniziano a dover fare i conti con i media. Se li decontestualizzi, o per meglio dire li ricontestualizzi, erotismo e pornografia possono essere arte. E viceversa, l’arte può essere pornografia.

PENocchio, 2012 ceramica, ferro verniciato, pvc, tessuti, imbottitura poliestere

Le immagini di “HOT” sono state selezionate ponendo una particolare attenzione al fatto che fossero decisamente esplicite: eppure sono assolutamente artistiche, come dice il curatore “per stile, linguaggio, raffinatezza e maestria”. L’intento è quindi chiaramente quello di dimostrarci che, in questo contesto, la pornografia può diventare arte.

Ragazza con vestito di seta turchese, 2013 china e matite colorate

Dalle polaroid di Araki, fotografo/voyeur che più di chiunque altro ha rivelato l’estremamente complesso universo erotico del Giappone, a quelle di Mario Schifano, grande pittore, che fotografava il sesso femminile con passione e ossessione; dalla collaborazione visionaria di Zucconi e Sabbagh, che svuotano l’anima ad una scultura di marmo, rendendola vuota e sottile, e la riempiono e animano proiettandovi sopra un corpo femminile vivo e malizioso, al disegno di Jean Cocteau, scrittore, disegnatore e regista estremamente versatile le cui opere visive trasudano sesso e surrealtà; dal pop lowbrow di Francesco De Molfetta che mette in mostra i vizi insospettabili dei protagonisti delle fiabe, a Richard Kern e alle sue girls next door al contempo patinate e ruspanti; dall’iperrealismo di Sabrina Milazzo, che pare rendere pulsanti e vivi i corpi ritratti, al diario personale di Fulvia Monguzzi che con matite e penarelli prende appunti sul suo sesso quotidiano; dai disegni del cantautore Tricarico, che pare ricreare degli scenari alla Bosch con china e pastelli, veri e propri eden (o ade) del sesso, fino al bonus dei “sex toys” di Haring ed altri, le opere sono estremamente diverse tra loro per tecnica, approccio (talvolta ironico, altre volte estetico, oppure simbolico…), ma così simili nell’oggetto rappresentato.

Condom Heart – Pop prodotti dalla Keith Haring Foundation, New York

“HOT” sarà esposta alla galleria De Magistris (via Sant’Agnese 16, Milano) dal 23 maggio al 6 luglio 2013.