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Art Basel Miami, in mostra la settimana più glam dell'arte moderna e contemporanea
07 Dic

Art Basel Miami, in mostra la settimana più glam dell'arte moderna e contemporanea

Dal 6 dicembre 2018, la settimana più glam dell'arte moderna e contemporanea al mondo: Art Basel Miami.
Giunta alla sua diciassettesima edizione nella versione di South Beach, la fiera - fondata nel 1970 da un gruppo di galleristi svizzeri - è poi, da una, divenuta trina: alla sede originaria di Basilea si sono infatti nel corso del tempo affiancate Hong Kong e, appunto, Miami Beach.
E probabilmente quella della città della Florida è la più importante. Anche quest'anno, la lista degli espositori è sterminata: 268 gallerie da 35 paesi da ogni continente, tra cui spiccano quelle provenienti dalle due americhe, che sono oltre la metà. Gli artisti in mostra sono oltre quattromila.
Nel contesto del rinnovato Convention Center, la fiera sarà come sempre suddivisa in sezioni.
Il settore principale vede la partecipazione di 198 tra le più importanti gallerie al mondo, con artisti di ogni tipo: giovani promesse oppure affermati, che dipingono o scolpiscono, stampano, fanno installazioni o video, o ancora arte digitale. Dieci le gallerie italiane presenti.
La sezione Nova - come si può intuire dal nome - è dedicata solo alle opere recenti, create negli ultimi tre anni, spesso appena uscite dagli studi degli artisti e quindi inedite. Tra gli artisti portati qui dalle due gallerie italiane presenti spiccano i nostri Luigi Ontani e Francesco Clemente, ma anche importanti artisti stranieri come la performer Regina Jose Galindo: una delle molte testimonianze del fatto che, seppur generalmente associata allo sfarzo, Art Basel è sempre più attenta all'arte sociale e politicizzata.
Survey è un settore che presenta generalmente progetti collocati in specifici contesti artistici, sia di un solo artista che di molteplici, giustapposti a mo' di collettiva. Sedici le presentazioni tematiche di quest'anno, che spaziano dai lavori della black art di Joe Overstreet a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta a quelli - sempre in tema black power - di Virginia Jaramillo, fino alle opere visionarie di Nancy Burson, madrina del morphing.
La sezione Kabinett presenta 31 esibizioni curate nel contesto di spazi definiti entro i propri stand. Le opere di quest'anno sono particolarmente focalizzate su artisti delle due Americhe. Troviamo però anche artisti italiani, portati qui non solo dalla nostra galleria Massimo de Carlo com'è il caso di Paola Pivi, ma anche da gallerie straniere: Andrew Kreps Gallery porta Bruno Munari, mentre la DAN Galeria di San Paolo presenta il pittore italo-brasiliano Alfredo Volpi.
C'è poi Positions: ovvero, la sezione dedicata alle promesse dell'arte contemporanea. Qui addetti ai lavoro e collezionisti possono scoprire i nuovi talenti su cui le gallerie fanno particolare affidamento; Art Basel concede questo spazio per presentare i progetti degli artisti su cui c'è da scommettere forte. Sono 14 le personali di quest'anno, con otto gallerie presenti per la prima volta a Miami.
Le sezioni Edition, dedicata alla stampa d'arte, oltre a Magazines che pone la sua attenzione alle riviste, e Conversations - piattaforma di dibattito e dialogo sull'arte tra artisti e galleristi, curatori e critici, collezionisti e addetti ai lavori in generale - completano l'offerta di Art Basel Miami. E molto c'è ancora da vedere, fuori dal centro congressi: da Miami Design alle innumerevoli fiere collaterali, la settimana dell'arte della Magic City sembra non finire mai.
Art Basel e la settimana dell'arte di Miami saranno qui - per chi può venirci - fino al 9 dicembre 2018.