Al The Bass Museum of Art di Miami fino al 10 marzo 2019 c’è Paola Pivi con “Art with a view“. La mostra presenta una serie di opere iconiche dell’artista italiana ma anche due lavori site-specific.
Gli animali sono un tema centrale nelle opere di Paola Pivi. I suoi orsi antropomorfi dal piumaggio fluorescente sono contemporaneamente surreali e reali, capricciosi e intimidatori, coccolosi e imponenti. Ciò che è reale e ciò che non lo è, e a volte l’incapacità di discernere tra i due, attraversa tutto il suo lavoro. Questo è molto chiaro nel sua ultima opera, “Lies”. L’installazione immersiva è composta da 92 schermi televisivi, 40.000 immagini di realtà e 200 bugie registrate. L’artista ha concepito l’opera nel 2013 mentre era coinvolta nel caso giudiziario della custodia del figlio adottivo. Da quel momento è diventata sempre più consapevole della prevalenza di bugie in politica, nei media e nell’esperienza quotidiana. Le bugie sono un meraviglioso strumento di aggressione e manipolazione. Porta con questo lavoro l’attenzione sul nostro complicato rapporto con la percezione, il controllo e la verità, così come l’eccesso di informazioni con cui ci confrontiamo quotidianamente.
Al contrario “World Record” offre un momento di silenziosa pace imbottita, protetta dal mondo esterno. Il lavoro esiste sia come scultura che come spettacolo attivato dal pubblico. Una base e un tetto composti da 80 materassi diventano le linee dell’orizzonte o di oceani, giocando con la proporzione e lo sapzio. La partecipazione all’installazione richiede una ricalibrazione fisica personale, in quanto ogni partecipante deve gattonare a quattro zampe o sdraiarsi per riconciliarsi con la dimensione di “World Record”. Si adottano inavvertitamente posizioni simili agli animali e contemporaneamente lo spazio costruito offre un’intimità inaspettata con gli altri partecipanti, come per dire, sia letteralmente che figurativamente, “we are all in this togeter”.
Paola Pivi - Lies, 2018
Al The Bass Museum of Art di Miami fino al 10 marzo 2019 c’è Paola Pivi con “Art with a view“. La mostra presenta una serie di opere iconiche dell’artista italiana ma anche due lavori site-specific.
Gli animali sono un tema centrale nelle opere di Paola Pivi. I suoi orsi antropomorfi dal piumaggio fluorescente sono contemporaneamente surreali e reali, capricciosi e intimidatori, coccolosi e imponenti. Ciò che è reale e ciò che non lo è, e a volte l’incapacità di discernere tra i due, attraversa tutto il suo lavoro. Questo è molto chiaro nel sua ultima opera, “Lies”. L’installazione immersiva è composta da 92 schermi televisivi, 40.000 immagini di realtà e 200 bugie registrate. L’artista ha concepito l’opera nel 2013 mentre era coinvolta nel caso giudiziario della custodia del figlio adottivo. Da quel momento è diventata sempre più consapevole della prevalenza di bugie in politica, nei media e nell’esperienza quotidiana. Le bugie sono un meraviglioso strumento di aggressione e manipolazione. Porta con questo lavoro l’attenzione sul nostro complicato rapporto con la percezione, il controllo e la verità, così come l’eccesso di informazioni con cui ci confrontiamo quotidianamente.
Al contrario “World Record” offre un momento di silenziosa pace imbottita, protetta dal mondo esterno. Il lavoro esiste sia come scultura che come spettacolo attivato dal pubblico. Una base e un tetto composti da 80 materassi diventano le linee dell’orizzonte o di oceani, giocando con la proporzione e lo sapzio. La partecipazione all’installazione richiede una ricalibrazione fisica personale, in quanto ogni partecipante deve gattonare a quattro zampe o sdraiarsi per riconciliarsi con la dimensione di “World Record”. Si adottano inavvertitamente posizioni simili agli animali e contemporaneamente lo spazio costruito offre un’intimità inaspettata con gli altri partecipanti, come per dire, sia letteralmente che figurativamente, “we are all in this togeter”.
Paola Pivi - World record, 2018
Al The Bass Museum of Art di Miami fino al 10 marzo 2019 c’è Paola Pivi con “Art with a view“. La mostra presenta una serie di opere iconiche dell’artista italiana ma anche due lavori site-specific.
Gli animali sono un tema centrale nelle opere di Paola Pivi. I suoi orsi antropomorfi dal piumaggio fluorescente sono contemporaneamente surreali e reali, capricciosi e intimidatori, coccolosi e imponenti. Ciò che è reale e ciò che non lo è, e a volte l’incapacità di discernere tra i due, attraversa tutto il suo lavoro. Questo è molto chiaro nel sua ultima opera, “Lies”. L’installazione immersiva è composta da 92 schermi televisivi, 40.000 immagini di realtà e 200 bugie registrate. L’artista ha concepito l’opera nel 2013 mentre era coinvolta nel caso giudiziario della custodia del figlio adottivo. Da quel momento è diventata sempre più consapevole della prevalenza di bugie in politica, nei media e nell’esperienza quotidiana. Le bugie sono un meraviglioso strumento di aggressione e manipolazione. Porta con questo lavoro l’attenzione sul nostro complicato rapporto con la percezione, il controllo e la verità, così come l’eccesso di informazioni con cui ci confrontiamo quotidianamente.
Al contrario “World Record” offre un momento di silenziosa pace imbottita, protetta dal mondo esterno. Il lavoro esiste sia come scultura che come spettacolo attivato dal pubblico. Una base e un tetto composti da 80 materassi diventano le linee dell’orizzonte o di oceani, giocando con la proporzione e lo sapzio. La partecipazione all’installazione richiede una ricalibrazione fisica personale, in quanto ogni partecipante deve gattonare a quattro zampe o sdraiarsi per riconciliarsi con la dimensione di “World Record”. Si adottano inavvertitamente posizioni simili agli animali e contemporaneamente lo spazio costruito offre un’intimità inaspettata con gli altri partecipanti, come per dire, sia letteralmente che figurativamente, “we are all in this togeter”.
Paola Pivi - Freaking yoga, 2016
Al The Bass Museum of Art di Miami fino al 10 marzo 2019 c’è Paola Pivi con “Art with a view“. La mostra presenta una serie di opere iconiche dell’artista italiana ma anche due lavori site-specific.
Gli animali sono un tema centrale nelle opere di Paola Pivi. I suoi orsi antropomorfi dal piumaggio fluorescente sono contemporaneamente surreali e reali, capricciosi e intimidatori, coccolosi e imponenti. Ciò che è reale e ciò che non lo è, e a volte l’incapacità di discernere tra i due, attraversa tutto il suo lavoro. Questo è molto chiaro nel sua ultima opera, “Lies”. L’installazione immersiva è composta da 92 schermi televisivi, 40.000 immagini di realtà e 200 bugie registrate. L’artista ha concepito l’opera nel 2013 mentre era coinvolta nel caso giudiziario della custodia del figlio adottivo. Da quel momento è diventata sempre più consapevole della prevalenza di bugie in politica, nei media e nell’esperienza quotidiana. Le bugie sono un meraviglioso strumento di aggressione e manipolazione. Porta con questo lavoro l’attenzione sul nostro complicato rapporto con la percezione, il controllo e la verità, così come l’eccesso di informazioni con cui ci confrontiamo quotidianamente.
Al contrario “World Record” offre un momento di silenziosa pace imbottita, protetta dal mondo esterno. Il lavoro esiste sia come scultura che come spettacolo attivato dal pubblico. Una base e un tetto composti da 80 materassi diventano le linee dell’orizzonte o di oceani, giocando con la proporzione e lo sapzio. La partecipazione all’installazione richiede una ricalibrazione fisica personale, in quanto ogni partecipante deve gattonare a quattro zampe o sdraiarsi per riconciliarsi con la dimensione di “World Record”. Si adottano inavvertitamente posizioni simili agli animali e contemporaneamente lo spazio costruito offre un’intimità inaspettata con gli altri partecipanti, come per dire, sia letteralmente che figurativamente, “we are all in this togeter”.
Paola Pivi - I love my life, 2016
Al The Bass Museum of Art di Miami fino al 10 marzo 2019 c’è Paola Pivi con “Art with a view“. La mostra presenta una serie di opere iconiche dell’artista italiana ma anche due lavori site-specific.
Gli animali sono un tema centrale nelle opere di Paola Pivi. I suoi orsi antropomorfi dal piumaggio fluorescente sono contemporaneamente surreali e reali, capricciosi e intimidatori, coccolosi e imponenti. Ciò che è reale e ciò che non lo è, e a volte l’incapacità di discernere tra i due, attraversa tutto il suo lavoro. Questo è molto chiaro nel sua ultima opera, “Lies”. L’installazione immersiva è composta da 92 schermi televisivi, 40.000 immagini di realtà e 200 bugie registrate. L’artista ha concepito l’opera nel 2013 mentre era coinvolta nel caso giudiziario della custodia del figlio adottivo. Da quel momento è diventata sempre più consapevole della prevalenza di bugie in politica, nei media e nell’esperienza quotidiana. Le bugie sono un meraviglioso strumento di aggressione e manipolazione. Porta con questo lavoro l’attenzione sul nostro complicato rapporto con la percezione, il controllo e la verità, così come l’eccesso di informazioni con cui ci confrontiamo quotidianamente.
Al contrario “World Record” offre un momento di silenziosa pace imbottita, protetta dal mondo esterno. Il lavoro esiste sia come scultura che come spettacolo attivato dal pubblico. Una base e un tetto composti da 80 materassi diventano le linee dell’orizzonte o di oceani, giocando con la proporzione e lo sapzio. La partecipazione all’installazione richiede una ricalibrazione fisica personale, in quanto ogni partecipante deve gattonare a quattro zampe o sdraiarsi per riconciliarsi con la dimensione di “World Record”. Si adottano inavvertitamente posizioni simili agli animali e contemporaneamente lo spazio costruito offre un’intimità inaspettata con gli altri partecipanti, come per dire, sia letteralmente che figurativamente, “we are all in this togeter”.
Paola Pivi - Why am I climbing anyway? 2016
Dal 6 dicembre 2018, è iniziata la settimana più glam dell’arte moderna e contemporanea al mondo: Art Basel Miami.
Giunta alla sua diciassettesima edizione nella versione di South Beach, la fiera – fondata nel 1970 da un gruppo di galleristi svizzeri – è poi, da una, divenuta trina: alla sede originaria di Basilea si sono infatti nel corso del tempo affiancate Hong Kong e, appunto, Miami Beach.
E probabilmente quella della città della Florida è la più importante. Anche quest’anno, la lista degli espositori è sterminata: 268 gallerie da 35 paesi da ogni continente, tra cui spiccano quelle provenienti dalle due americhe, che sono oltre la metà. Gli artisti in mostra sono più di quattromila.
Nel contesto del rinnovato Convention Center, la fiera è come sempre suddivisa in sezioni. Il settore principale vede la partecipazione di 198 tra le più importanti gallerie al mondo, con artisti di ogni tipo: giovani promesse o affermati, pittori o scultori, che fanno installazioni o video, o ancora arte digitale. Dieci le gallerie italiane presenti.
E fuori dal Centro Congressi c’è ancora molto da vedere durante tutta la settimana dell’arte, da Miami Design alle innumerevoli fiere collaterali.
Michelangelo Pistoletto - Color and Light, 2014 (Galleria Continua)
Dal 6 dicembre 2018, è iniziata la settimana più glam dell’arte moderna e contemporanea al mondo: Art Basel Miami.
Giunta alla sua diciassettesima edizione nella versione di South Beach, la fiera – fondata nel 1970 da un gruppo di galleristi svizzeri – è poi, da una, divenuta trina: alla sede originaria di Basilea si sono infatti nel corso del tempo affiancate Hong Kong e, appunto, Miami Beach.
E probabilmente quella della città della Florida è la più importante. Anche quest’anno, la lista degli espositori è sterminata: 268 gallerie da 35 paesi da ogni continente, tra cui spiccano quelle provenienti dalle due americhe, che sono oltre la metà. Gli artisti in mostra sono più di quattromila.
Nel contesto del rinnovato Convention Center, la fiera è come sempre suddivisa in sezioni. Il settore principale vede la partecipazione di 198 tra le più importanti gallerie al mondo, con artisti di ogni tipo: giovani promesse o affermati, pittori o scultori, che fanno installazioni o video, o ancora arte digitale. Dieci le gallerie italiane presenti.
E fuori dal Centro Congressi c’è ancora molto da vedere durante tutta la settimana dell’arte, da Miami Design alle innumerevoli fiere collaterali.
Robert Barry - word list (Parra&Romero Gallery, Madrid)
Dal 6 dicembre 2018, è iniziata la settimana più glam dell’arte moderna e contemporanea al mondo: Art Basel Miami.
Giunta alla sua diciassettesima edizione nella versione di South Beach, la fiera – fondata nel 1970 da un gruppo di galleristi svizzeri – è poi, da una, divenuta trina: alla sede originaria di Basilea si sono infatti nel corso del tempo affiancate Hong Kong e, appunto, Miami Beach.
E probabilmente quella della città della Florida è la più importante. Anche quest’anno, la lista degli espositori è sterminata: 268 gallerie da 35 paesi da ogni continente, tra cui spiccano quelle provenienti dalle due americhe, che sono oltre la metà. Gli artisti in mostra sono più di quattromila.
Nel contesto del rinnovato Convention Center, la fiera è come sempre suddivisa in sezioni. Il settore principale vede la partecipazione di 198 tra le più importanti gallerie al mondo, con artisti di ogni tipo: giovani promesse o affermati, pittori o scultori, che fanno installazioni o video, o ancora arte digitale. Dieci le gallerie italiane presenti.
E fuori dal Centro Congressi c’è ancora molto da vedere durante tutta la settimana dell’arte, da Miami Design alle innumerevoli fiere collaterali.
Rirkrit Tiravanija - Untitled, less oil more courage, 2013
Dal 6 dicembre 2018, è iniziata la settimana più glam dell’arte moderna e contemporanea al mondo: Art Basel Miami.
Giunta alla sua diciassettesima edizione nella versione di South Beach, la fiera – fondata nel 1970 da un gruppo di galleristi svizzeri – è poi, da una, divenuta trina: alla sede originaria di Basilea si sono infatti nel corso del tempo affiancate Hong Kong e, appunto, Miami Beach.
E probabilmente quella della città della Florida è la più importante. Anche quest’anno, la lista degli espositori è sterminata: 268 gallerie da 35 paesi da ogni continente, tra cui spiccano quelle provenienti dalle due americhe, che sono oltre la metà. Gli artisti in mostra sono più di quattromila.
Nel contesto del rinnovato Convention Center, la fiera è come sempre suddivisa in sezioni. Il settore principale vede la partecipazione di 198 tra le più importanti gallerie al mondo, con artisti di ogni tipo: giovani promesse o affermati, pittori o scultori, che fanno installazioni o video, o ancora arte digitale. Dieci le gallerie italiane presenti.
E fuori dal Centro Congressi c’è ancora molto da vedere durante tutta la settimana dell’arte, da Miami Design alle innumerevoli fiere collaterali.
Rayyan Tabet - Fossils, the suitcase, 2015 (Sfeir-SemlerGaller, Beirut & Hamburg)
Dal 6 dicembre 2018, è iniziata la settimana più glam dell’arte moderna e contemporanea al mondo: Art Basel Miami.
Giunta alla sua diciassettesima edizione nella versione di South Beach, la fiera – fondata nel 1970 da un gruppo di galleristi svizzeri – è poi, da una, divenuta trina: alla sede originaria di Basilea si sono infatti nel corso del tempo affiancate Hong Kong e, appunto, Miami Beach.
E probabilmente quella della città della Florida è la più importante. Anche quest’anno, la lista degli espositori è sterminata: 268 gallerie da 35 paesi da ogni continente, tra cui spiccano quelle provenienti dalle due americhe, che sono oltre la metà. Gli artisti in mostra sono più di quattromila.
Nel contesto del rinnovato Convention Center, la fiera è come sempre suddivisa in sezioni. Il settore principale vede la partecipazione di 198 tra le più importanti gallerie al mondo, con artisti di ogni tipo: giovani promesse o affermati, pittori o scultori, che fanno installazioni o video, o ancora arte digitale. Dieci le gallerie italiane presenti.
E fuori dal Centro Congressi c’è ancora molto da vedere durante tutta la settimana dell’arte, da Miami Design alle innumerevoli fiere collaterali.
George Segal - Bus Passengers, 1997 ( Galerie Templon - Paris )